Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/467

Dove sia più da confidare,
o in uno buono capitano
che abbia lo esercito debole,
o in uno buono esercito che abbia
il capitano debole.

Essendo diventato Coriolano esule di Roma, se n’andò ai Volsci; dove contratto uno esercito per vendicarsi contro ai suoi cittadini, se ne venne a Roma; donde dipoi si partì, più per la piatà della sua madre, che per le forze de’ Romani. Sopra il quale luogo Tito Livio dice, essersi per questo conosciuto, come la Republica romana crebbe più per la virtù de’ capitani che de’ soldati; considerato come i Volsci per lo addietro erano stati vinti, e solo poi avevano vinto che Coriolano fu loro capitano. E benché Livio tenga tale opinione, nondimeno si vede in molti luoghi della sua istoria la virtù de’ soldati sanza capitano avere fatto maravigliose pruove, ed essere stati più ordinati e più feroci dopo la morte de’ Consoli loro, che innanzi che morissono: come occorse nello esercito che i Romani avevano in Ispagna sotto gli Scipioni; il quale, morti i due capitani, poté, con la virtù sua, non solamente salvare sé stesso, ma vincere il nimico, e conservare quella provincia alla Republica. Talché, discorrendo tutto, si troverrà molti esempli, dove solo la virtù de’ soldati arà vinta la giornata; e molti