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libro primo 25

contro alla Plebe quel veleno che si avevano tenuto nel petto, ed in tutt’i modi che potevano l’offendevano: la qual cosa fa testimonianza a quello che di sopra ho detto, che gli uomini non operano mai nulla bene, se non per necessità; ma dove la elezione abbonda, e che vi si può usare licenza, si riempie subito ogni cosa di confusione e di disordine. Però si dice, che la fame e la povertà fanno gli uomini industriosi, e le leggi gli fanno buoni. E dove una cosa per sè medesima senza la legge opera bene, non è necessaria la legge; ma quando quella buona consuetudine manca, è subito la legge necessaria. Però mancati i Tarquinj, che con la paura di loro tenevano la Nobiltà a freno, convenne pensare a uno nuovo ordine, che facesse quel medesimo effetto che facevano i Tarquinj quando erano vivi. E però dopo molte confusioni, romori e pericoli di scandali, che nacquero intra la Plebe e la Nobiltà, si venne per sicurtà della Plebe alla creazione dei Tribuni; e quelli ordinarono con tante preeminenze e tanta riputazione, che potessero essere sempre di poi mezzi tra la Plebe e il Senato, e ovviare alla insolenza de’ Nobili.