Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/429

ve n’è meno assai che comunicarla con molti. Propinquo a questo modo è quando una necessità ti costringa a fare quello al principe che tu vedi che ’l principe vorrebbe fare a te, la quale sia tanto grande che non ti dia tempo se non a pensare ad assicurarti. Questa necessità conduce quasi sempre la cosa al fine desiderato: ed a provarlo voglio bastino due esempli. Aveva Commodo, imperadore, Leto ed Eletto, capi de’ soldati pretoriani, ed intra’ primi amici e familiari suoi; aveva Marzia in nelle prime sue concubine o amiche; e perché egli era da costoro qualche volta ripreso de’ modi con i quali maculava la persona sua e lo Imperio, diliberò di farli morire; e scrisse in su una listra Marzia, Leto ed Eletto ed alcuni altri che voleva, la notte sequente fare morire; e quella listra messe sotto il capezzale del suo letto. Ed essendo ito a lavarsi, un fanciullo favorito da lui, scherzando per camera e su pel letto, gli venne trovato questa listra, ed uscendo fuora con essa in mano, riscontrò Marzia; la quale gliene tolse, e, lettala, e veduto il contenuto di essa, subito mandò per Leto ed Eletto; e conosciuto tutti a tre il pericolo in quale erano, deliberorono prevenire; e, sanza mettere tempo in mezzo, la notte sequente ammazzorono Commodo. Era Antonino Caracalla, imperadore, con gli eserciti suoi in Mesopotamia, ed aveva per suo prefetto Macrino, uomo più civile che armigero; e, come avviene ch’e’ principi non buoni temono sempre che altri non operi, contro a loro, quello che par