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occupata. Questa cagione mosse Bruto e Cassio contro a Cesare; questa ha mosso molti altri contro a’ Falari, Dionisii, ed altri occupatori della patria loro. Né può, da questo omore, alcuno tiranno guardarsi, se non con diporre la tirannide. E perché non si truova alcuno che faccia questo, si truova pochi che non capitino male; donde nacque quel verso di Iuvenale: Ad generum Cereris sine caede et vulnere pauci

Descendunt reges, et sicca morte tiranni. I pericoli che si portano, come io dissi di sopra, nelle congiure, sono grandi, portandosi per tutti i tempi; perché in tali casi si corre pericolo nel maneggiarli, nello esequirli, ed esequiti che sono. Quegli che congiurano, o ei sono uno, o ei sono più. Uno, non si può dire che sia congiura, ma è una ferma disposizione nata in uno uomo di ammazzare il principe. Questo solo, de’ tre pericoli che si corrono nelle congiure, manca del primo; perché, innanzi alla esecuzione non porta alcuno pericolo, non avendo altri il suo secreto, né portando pericolo che torni il disegno suo all’orecchio del principe. Questa deliberazione così fatta può cadere in qualunque uomo, di qualunque sorte, grande, piccolo, nobile, ignobile, familiare e non familiare al principe; perché ad ognuno è lecito qualche volta parlarli; ed a chi è lecito parlare, è lecito sfogare l’animo suo. Pausania, del quale altre volte si è parlato, ammazzò Filippo di