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qualche colore, parlare. Ma quando la congiura non si scoprisse nel maneggiarla, vi surgono poi, nel metterla in atto, mille difficultà. Perché, o se tu vieni innanzi al tempo disegnato, o se tu vieni dopo, si guasta ogni cosa: se si lieva uno romore fortuito, come l’oche del Campidoglio, se si rompe un ordine consueto; ogni minimo errore, ogni minima fallacia che si piglia, rovina la impresa. Aggiungonsi a questo le tenebre della notte, le quali mettono più paura a chi travaglia in quelle cose pericolose. Ed essendo la maggiore parte degli uomini che si conducono a simili imprese, inesperti del sito del paese, e de’ luoghi dove ei sono menati, si confondono, inviliscono ed implicano per ogni minimo e fortuito accidente, ed ogni immagine falsa è per fargli mettere in volta. Né si trovò mai alcuno che fosse più felice in queste ispedizioni fraudolente e notturne, che Arato Sicioneo; il quale, quanto valeva in queste, tanto nelle diurne ed aperte fazioni era pusillanime: il che si può giudicare fosse più tosto per una occulta virtù che era in lui, che perché in quelle naturalmente dovesse essere più felicità. Di questi modi, adunque, se ne pratica assai, pochi se ne conduce alla pruova, e pochissimi ne riescono.

Quanto allo acquistare le terre per dedizione, o le si danno volontarie, o forzate. La volontà nasce, o per qualche necessità estrinseca che gli costringe a rifuggirtisi sotto, come fece Capova ai Romani, o per desiderio di essere governati bene, sendo allettati da il