Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/365

sufficienti conservarla, e sanza dubbio non arebbero fatto più cattiva prova che le fortezze. Conchiudo adunque, che, per tenere la patria propria, la fortezza è dannosa; per tenere le terre che si acquistono, le fortezze sono inutili: e voglio mi basti l’autorità de’ Romani, i quali, nelle terre che volevano tenere con violenza, smuravano, e non muravano. E chi contro a questa opinione mi allegasse negli antichi tempi Taranto, e ne’ moderni Brescia, i quali luoghi mediante le fortezze furono recuperati dalla ribellione de’ sudditi, rispondo che alla ricuperazione di Taranto, in capo di uno anno, fu mandato Fabio Massimo con tutto lo esercito, il quale sarebbe stato atto a ricuperarlo eziandio se non vi fusse stata la fortezza, e se Fabio usò quella via, quando la non vi fusse stata, ne arebbe usata un’altra che arebbe fatto il medesimo effetto. Ed io non so di che utilità sia una fortezza che, a renderti la terra, abbia bisogno, per la ricuperazione d’essa, d’uno esercito consolare e d’uno Fabio Massimo per capitano. E che i Romani l’avessono ripresa in ogni modo, si vede per l’esemplo di Capova; dove non era fortezza, e per virtù dello esercito la riacquistarono. Ma vegnamo a Brescia. Dico, come rade volte occorre quello che occorse in quella rebellione, che la fortezza che rimane nelle forze tua, sendo ribellata la terra, abbi uno esercito grosso e propinquo, come era quel de’ Franciosi: perché, sendo monsignor di Fois, capitano del re, con lo