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Perché tutto è nato da avere voluto acquistare e non avere saputo pigliare il modo: e tanto più meritano biasimo, quanto eglino hanno meno scusa, avendo veduto il modo hanno tenuto i Romani, ed avendo potuto seguitare il loro esemplo, quando i Romani, sanza alcuno esemplo, per la prudenza loro, da loro medesimi lo seppono trovare. Fanno, oltra di questo, gli acquisti qualche volta non mediocre danno ad ogni bene ordinata republica, quando e’ si acquista una città o una provincia piena di delizie, dove si può pigliare di quegli costumi per la conversazione che si ha con quegli: come intervenne a Roma, prima, nello acquisto di Capova, e dipoi, a Annibale. E se Capova fusse stata più longinqua dalla città, che lo errore de’ soldati non avesse avuto il rimedio propinquo, o che Roma fusse stata in alcuna parte corrotta, era, sanza dubbio, quello acquisto la rovina della romana Repubblica. E Tito Livio fa fede di questo con queste parole: «Iam tunc minime salubris militari disciplinae Capua, instrumentum omnium voluptatum, delinitos militum animos avertit a memoria patriae». E veramente, simili città o provincie si vendicano contro al vincitore sanza zuffa e sanza sangue; perché, riempiendogli de’ suoi tristi costumi, gli espongono a essere vinti da qualunque gli assalti. E Iuvenale non potrebbe meglio, nelle sue satire, avere considerata questa parte, dicendo che ne’ petti romani per gli acquisti delle terre peregrine erano entrati