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che in qualunque grossissimo esercito era una minima parte di fanteria. La quale usanza fece in modo debole, insieme con molti altri disordini che si mescolarono con quella, questa milizia italiana, che questa provincia è stata facilmente calpesta da tutti gli oltramontani. Mostrasi più apertamente questo errore, di stimare più i cavagli che le fanterie, per uno altro esemplo romano. Erano i Romani a campo a Sora, ed essendo uscito fuori della terra una turma di cavagli per assaltare il campo, se gli fece allo incontro il Maestro de’ cavagli romano con la sua cavalleria; e datosi di petto, la sorte dette che nel primo scontro i capi dell’uno e dell’altro esercito morirono; e restati gli altri sanza governo, e durando nondimeno la zuffa, i Romani, per superare più facilmente il nimico, scesono a piede, e constrinsono i cavalieri inimici, se si vollono difendere, a fare il simile: e, con tutto questo, i Romani ne riportarono la vittoria. Non può essere questo esemplo maggiore in dimostrare quanto sia più virtù nelle fanterie che ne’ cavagli: perché, se nelle altre fazioni i Consoli facevano discendere i cavalieri romani, era per soccorrere alle fanterie che pativano, e che avevano bisogno di aiuto; ma in questo luogo e’ discesono, non per soccorrere alle fanterie né per combattere con uomini a piè de’ nimici, ma combattendo a cavallo, con cavagli, giudicarono, non potendo superargli a cavallo, potere, scendendo, più facilmente vincergli. Io voglio