Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/297

dentro. Prima, perché, a volere che una artiglieria nuoca a quegli che sono di fuora, tu se’ necessitato levarti con essa dal piano della terra; perché, stando in sul piano, ogni poco d’argine e di riparo che il nimico faccia, rimane sicuro, e tu non gli puoi nuocere. Tanto che, avendoti a alzare, e tirarti in sul corridoio delle mura, o in qualunque modo levarti da terra, tu ti tiri dietro due difficultà: la prima, che tu non puoi condurvi artiglierie della grossezza e della potenza che può trarre colui di fuora, non si potendo ne’ piccoli spazii maneggiare le cose grandi: l’altra è, quando bene tu ve le potessi condurre, tu non puoi fare quegli ripari fedeli e sicuri, per salvare detta artiglieria, che possono fare quegli di fuori, essendo in sul terreno, ed avendo quelle commodità e quello spazio che loro medesimi vogliono: talmenteché, gli è impossibile, a chi difende una terra, tenere le artiglierie ne’ luoghi alti, quando quegli che sono di fuori abbino assai artiglierie e potente; e se egli hanno a venire con essa ne’ luoghi bassi, ella diventa in buona parte inutile, come è detto. Talché la difesa della città si ha a ridurre a difenderla con le braccia, come anticamente si faceva, e con l’artiglieria minuta: di che se si trae un poco di utilità, rispetto a questa artiglieria minuta, se ne cava incommodità che contrappesa alla commodità dell’artiglieria; perché, rispetto a quella, si riducano le mura delle terre, basse e quasi sotterrate ne’ fossi: talché, come si viene alla battaglia di mano,