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in tuo favore troverrai i difensori più freddi, parendo loro che tu sia o debole o vile: ma se tu, subito scoperta la voglia dello avversario, prepari le forze, ancora che le siano inferiori a lui, quello ti comincerà a stimare; stimanti più gli altri principi allo intorno; e a tale viene voglia di aiutarti, sendo in su l’armi, che, abbandonandoti, non ti aiuterebbe mai. Questo s’intende quando tu abbia uno inimico; ma quando ne avessi più, rendere delle cose che tu possedessi a alcuno di loro per riguadagnarselo, ancora che fussi di già scoperta la guerra, e per ismembrarlo dagli altri confederati tuoi nimici, fia sempre partito prudente.


Gli stati deboli
sempre fiano ambigui nel risolversi:
e sempre le diliberazioni lente
sono nocive.

In questa medesima materia, ed in questi medesimi principii di guerra intra i Latini ed i Romani, si può notare come in ogni consulta è bene venire allo individuo di quello che si ha a diliberare, e non stare sempre in ambiguo né in su lo incerto della cosa. Il che si vede manifesto nella consulta che feciono i Latini, quando ei pensavano alienarsi dai Romani. Perché, avendo i Romani presentito questo cattivo umore che ne’ popoli latini era entrato, per certificarsi della cosa, e per veder se potevano sanza mettere mano alle armi riguadagnarsi quegli popoli,