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I danari non sono il nervo della guerra,
secondo che è la comune opinione.

Perché ciascuno può cominciare una guerra a sua posta, ma non finirla, debbe uno principe, avanti che prenda una impresa, misurare le forze sue, e secondo quelle governarsi. Ma debbe avere tanta prudenza, che delle sue forze ei non s’inganni; ed ogni volta s’ingannerà, quando le misuri o dai danari, o dal sito, o dalla benivolenza degli uomini, mancando, dall’altra parte, d’armi proprie. Perché le cose predette ti accrescono bene le forze, ma ben non te le danno; e per sé medesime sono nulla; e non giovono alcuna cosa sanza l’armi fedeli. Perché i danari assai non ti bastano sanza quelle; non ti giova la fortezza del paese e la fede e benivolenza degli uomini non dura, perché questi non ti possono essere fedeli, non gli potendo difendere. Ogni monte, ogni lago, ogni luogo inaccessibile diventa piano, dove i forti difensori mancano. I danari ancora, non solo non ti difendono, ma ti fanno predare più presto. Né può essere più falsa quella comune opinione che dice, che i danari sono il nervo della guerra. La quale sentenza è detta da Quinto Curzio nella guerra che