Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
cominciarono a uscire con gli eserciti di Italia, e ridurre i regni in provincie, e farsi suggetti coloro che, per essere consueti a vivere sotto i re, non si curavano di essere suggetti, ed avendo governatori romani, ed essendo stati vinti da eserciti con il titolo romano, non riconoscevano per superiore altro che Roma. Di modo che quegli compagni di Roma che erano in Italia, si trovarono in un tratto cinti da’ sudditi romani, ed oppressi da una grossissima città come era Roma; e quando ei s’avviddono dello inganno sotto il quale erano vissuti, non furono a tempo a rimediarvi; tanta autorità aveva presa Roma con le provincie esterne, e tanta forza si trovava in seno, avendo la sua città grossissima ed armatissima. E benché quelli suoi compagni, per vendicarsi delle ingiurie, le congiurassero contro, furono in poco tempo perditori della guerra, peggiorando le loro condizioni; perché, di compagni, diventarono ancora loro sudditi. Questo modo di procedere, come è detto, è stato solo osservato da’ Romani: né può tenere altro modo una republica che voglia ampliare; perché la esperienza non ce ne ha mostro nessuno più certo o più vero.
Il modo preallegato delle leghe, come viverono i Toscani, gli Achei e gli Etoli e come oggi vivono i Svizzeri è, dopo a quello de’ Romani, il migliore modo; perché, non si potendo con quello ampliare assai, ne séguita due beni; l’uno, che facilmente non ti tiri guerra a dosso; l’altro, che quel tanto che tu pigli, lo tieni facilmente. La cagione