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libro primo 137

giudicò le cose come si debbono giudicare, e sempre prese il men reo partito per migliore; perchè male gli sapeva non potere difendere i suoi sudditi, male gli sapeva che si armassero senza loro per le ragioni dette, e per molte altre che s’ intendono; nondimeno conoscendo che si sarebbono armati per necessità ad ogni modo, avendo il nimico addosso, prese la parte onorevole; e volle che quello ch’eglino avevano a fare, lo facessero con licenza sua, acciocchè avendo disubbidito per necessità, non si avvezzassero a disubbidire per elezione. E benchè questo paja partito che da ciascuna Repubblica dovesse esser preso, nientedimeno le Repubbliche deboli e male consigliate non lo sanno pigliare, nè si sanno onorare di simili necessità. Aveva il Duca Valentino presa Faenza, e fatto, calare Bologna agli accordi suoi. Dipoi voleadosene tornare a Roma per la Toscana, mandò in Firenze un suo uomo a domandare il passo per sè e per il suo esercito. Consultossi in Firenze, come si avesse a governare questa cosa, nè fu mai consigliato per alcuno di concedergliene. In che non si seguì il modo romano, perchè, sendo il Duca armatissimo, ed i Fiorentini in modo disarmati che non gli potevano vietare il passare, era molto più onore loro, che paresse che passasse con permissione di quelli, che a forza; perchè dove vi fu al tutto il loro vituperio, sarebbe stato in parte minore, quando l’avessero governata altrimente. Ma la più cattiva parte che abbiano le Repubbliche deboli, è