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XI |
affidò di bel nuovo alcune pubbliche faccende, come a dire, le fortificazioni della città, le negoziazioni con Francesco Guicciardini, allora governatore della Romagna, e qualche incombenza nell’armata posta in campo dalla famosa Lega contro di Carlo V. E questo fu l’ultimo affare in cui si adoperò il Machiavelli. Perocchè ritornato a Firenze in sul finire del mese di Maggio 1527, morì nel Giugno successivo; colpa di un rimedio da lui preso intempestivamente.
Così può dirsi che la vita del Machiavelli fu tutta consacrata agli affari della sua patria, se non quanto ne lo distolsero le circostanze dei tempi, o l’inimicizia dei potenti. Ma anche nell’ozio pensava incessantemente alla repubblica da cui era stato rimosso, e poichè non poteva coi fatti, studiavasi di giovarla coi libri, e dettava precetti di politica, acconci principalmente a’ suoi tempi.
Le più importanti Opere del Machiavelli sono la Storia Firentina, il Principe, i Discorsi e l’Arte della guerra. Della Storia si ammira principalmente il primo libro, in cui l’Autore, cominciando dalla caduta dell’Imperio occidentale, descrive per sommi capi la Storia d’Italia fino al 1200 dove principia più minutamente la sua narrazione. Questo libro, che serve d’introduzione alla Storia, è lavorato con sì fino accorgimento, e con tanta chiarezza ed evidenza, che i giusti estimatori delle Opere letterarie lo paragonano a quello con che Tucidide incomincia la sua Storia, od a quegli