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libro primo 115


Era questo Capitano che era preposto a tale espedizione angustiato da tutte quelle cure, che si arrecavano dietro quelle faccende, le quali sono gravi e importantissime. Ora se a tali cure si fussero aggiunti tali esempj di Romani, ch’eglino avessero crucifissi, o altrimente morti, quelli che avessero perdute le giornate, egli era impossibile che quello Capitano intra tanti sospetti potesse deliberare strenuamente. Però giudicando essi che a questi tali fusse assai pena la ignominia dello avere perduto, non li vollono con altra maggiore pena sbigottire. Uno esempio ci è quanto allo errore commesso non per ignoranza. Erano Sergio, e Virginio a campo a Veio, ciascuno preposto ad una parte dello esercito, de’ quali Sergio era all’incontro donde potevano venire i Toscani, e Virginio dall’altra parte. Occorse che sendo assaltato Sergio dai Falisci e da altri Popoli, sopportò di essere rotto e fugato, prima che mandare per ajuto a Virginio. E dall’altra parte Virginio aspettando che si umiliasse, volle piuttosto vedere il disonore della Patria sua, e la rovina di quello esercito, che soccorrerlo. Caso veramente esemplare e tristo, e da fare una buona coniettura della Repubblica romana, se l’uno e l’altro non fussero stati gastigati. Vero è che dove un’altra Repubblica gli arebbe puniti di pena capitale, quella li punì in danari.Il che nacque, non perchè i peccati loro non meritassero maggior punizione, ma perchè i Romani vollono in questo caso, per le