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libro primo | 105 |
CAPITOLO XXVIII
Per quale cagione i Romani furono meno ingrati contro agli loro cittadini che gli Ateniesi.
Qualunque legge le cose fatte dalle Repubbliche, troverà in tutte qualche specie d’ingratitudine contro a’ suoi cittadini, ma ne troverà meno
in Roma che in Atene, e per avventura in qualunque altra Repubblica. E ricercando la cagione
di questo, parlando di Roma e di Atene, credo
accadesse, perchè i Romani avevano meno cagione di sospettare dei loro cittadini che gli Ateniesi.
Perchè a Roma, ragionando di lei dalla cacciata
de’ Re insino a Silla e Mario, non fu mai tolta la
libertà da alcuno suo cittadino; in modo che in
lei non era grande cagione di sospettare di loro,
e per conseguente d’offendergli inconsideratamente. Intervenne bene ad Atene il contrario; perchè
sendole tolta la libertà da Pisistrato nel suo più
florido tempo, e sotto uno inganno di bontà; come prima la diventò poi libera, ricordandosi delle
ingiurie ricevute, e della passata servitù, diventò
acerrima vendicatrice, non solamente degli errori,
ma dell’ombra degli errori de’ suoi cittadini. Di
qui nacque lo esilio e la morte di tanti eccellenti
uomini; di qui l’ordine dello Ostracismo, ed ogni
altra violenza che contra i suoi Ottimati in varj
tempi da quella Città fu fatto. Ed è verissimo