Popolo più tosto per averlo assoluto, che per averlo
voluto condannare; e la ragione è questa, che nessuna Repubblica bene ordinata, non mai cancellò
i demeriti con li meriti deì suoi cittadini, ma
avendo ordinati i premj ad una buona opera, e
le pene ad una cattiva, ed avendo premiato uno
per aver bene operato, se quel medesimo opera
dipoi male, lo gastiga senza avere riguardo alcuno
alle sue buone opere. E quando questi ordini sono
bene osservati, una Città vive libera molto tempo; altrimenti sempre rovinerà presto. Perchè se
ad un cittadino che abbia fatto qualche egregia
opera per la Città, s’aggiunge oltre alla riputazione, che quella cosa gli arreca, una audacia e confidenza di potere, senza temer pena, far qualche
opera non buona, diventerà in breve tempo tanto
insolente, che si risolverà ogni civiltà. È ben necessario, volendo che sia temuta la pena per le
triste opere, osservare i premj per le buone, come
sì vede che fece Roma. E benchè una Repubblica
sia povera, e possa dare poco, debbe di quel poco
non astenersi; perchè sempre ogni piccolo dono,
dato ad alcuno per ricompensa di bene, ancora che
grande, sarà stimato da chi lo riceve onorevole e
grandissimo. È notissima la Istoria di Orazio Cocle, e quella di Muzio Scevola; come l’uno sostenne i nimici sopra un ponte, tantochè si tagliasse;
l’altro si arse la mano, avendo errato, volendo ammazzare Porsena Re delli Toscani. A costoro, per
queste due opere tanto egregie, fu donato dal Pub-