tempo, non sapendo quando il nimico voglia passare, in luoghi com’io ho detto stretti e sterili.
Perdendo adunque quel passo che tu ti avevi presupposto tenere, e nel quale i tuoi Popoli e lo esercito tuo confidava, entra il più delle volte ne’ Popoli e nel residuo delle genti tue tanto terrore, che senza potere esperimentare la virtù di essi, rimani perdente, e così vieni ad avere perduta tutta la tua fortuna con parte delle tue forze. Ciascuno sa
con quanta difficultà Annibale passasse le Alpi, che
dividono la Lombardia dalla Francia, e con quanta
difficultà passasse quelle che dividono la Lombardia dalla Toscana; nondimeno i Romani l’aspettarono prima in sul Tesino, e dipoi nel piano di Arezzo; e vollono più tosto che il loro esercito fusse
consumato dal nimico ne’ luoghi dove poteva vincere, che condurlo su per l’Alpi ad esser distrutto
dalla malignità del sito. E chi leggerà sensatamente
tutte le Istorie, troverà pochissimi virtuosi Capitani aver tentato di tenere simili passi, e per le ragioni dette, e perchè e’ non si possono chiudere
tutti, sendo i monti come campagna, ed avendo
non solamente le vie consuete e frequentate, ma
molte altre, le quali se non sono note a’ forestieri, sono note a’ paesani, con l’ajuto de’ quali sempre sarai condotto in qualunque luogo contro alla
voglia di chi ti si oppone. Di che se ne può addurre uno freschissimo esempio nel 1515. Quando
Francesco Re di Francia disegnava passare in Italia
per la ricuperazione dello Stato di Lombardia, il