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che è nelle Città corrotte, a mantenervi una Repubblica, o a crearvela di nuovo. E quando pure la vi si avesse a creare o a mantenere, sarebbe necessario ridurla più verso lo Stato regio, che verso lo Stato popolare; acciocché quegli uomini, i quali dalle leggi per la loro insolenzia non possono essere corretti, fussero da una podestà quasi Regia in qualche modo frenati. E a volerli fare per altre vie diventare buoni, sarebbe o crudelissima impresa, o al tutto impossibile, come io dissi di sopra che fece Cleomene; il quale se per essere solo ammazzò gli Efori, e se Romolo per le medesime cagioni ammazzò il fratello e Tito Tazio Sabino, e dipoi usarono bene quella loro autorità, nondimeno si debbe avvertire che l’uno e l’altro di costoro non aveano il soggetto di quella corruzione macchiato, della quale in questo capitolo ragioniamo, e però poterono volere, e volendo colorire il disegno loro.


CAPITOLO XIX


Dopo un eccellente Principe si può mantenere uno Principe debole; ma dopo uno debole, non si può con un altro debole mantenere alcun Regno.


Considerato la virtù ed il modo del procedere di Romolo, di Numa e di Tullo, i primi tre Re romani, si vede come Roma sortì una fortuna grand