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vano più grazia, discesero a dargli a quelli che avevano più potenza. Talchè i buoni per difetto di tale ordine ne rimasero al tutto esclusi. Poteva uno Tribuno, o qualunque altro cittadino proporre al Popolo una legge, sopra la quale ogni cittadino poteva parlare, o in favore o incontro, innanzi che la si deliberasse. Era questo ordine buono, quando i cittadini erano buoni; perchè sempre fu bene, che ciascuno che intende un bene per il pubblico, lo possa proporre; ed è bene che ciascuno sopra quello possa dire l’opinione sua, acciocchè il Popolo, inteso ciascuno, possa poi eleggere il meglio. Ma diventati i cittadini cattivi, diventò tale ordine pessimo; perchè solo i potenti proponevano leggi, non per la comune libertà, ma per la potenza loro, e contro a quelle non poteva parlare alcuno per paura di quelli; talchè il Popolo veniva o ingannato o forzato a deliberare la sua rovina. Era necessario pertanto a volere che Roma nella corruzione si mantenesse libera, che così come aveva nel processo del vivere suo fatte nuove leggi, l’avesse fatti nuovi ordini; perchè altri ordini e modi di vivere si debbe ordinare in un soggetto cattivo, che in un buono, nè può essere la forma simile in una materia al tutto contraria. Ma perchè questi ordini, o e’ sì hanno a rinnovare tutti ad un tratto, scoperti che sono non esser più buoni, o a poco a poco in prima che si conoscano per ciascuno, dico, che l’una e l’altra di queste due cose è quasi