Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/105


libro primo 85

vano a mantenere gli uomini buoni; ma sarebbono bene giovate, se con la innovazione delle leggi sì fussero rimutati gli ordini. E che sia il vero, che tali ordini nella Città corrotta non fussero buoni, e’ si vede espresso in due capi principali. Quanto al creare i Magistrati e le leggi, non dava il Popolo romano il Consolato, e gli altri primi gradi della Città, se non a quelli che lo domandavano. Questo ordine fu nel principio buono, perchè e’ non gli domandavano se non quelli cittadini che se ne giudicavano degni, ed averne la repulsa era ignominioso ; sicchè per esserne giudicati degni ciascuno operava bene. Diventò questo modo poi nella Città corrotta perniziosissimo ; perchè non quelli che avevano più virtù, ma quelli ch’avevano più potenza, domandavano i Magistrati; e gl’impotenti, comechè virtuosi, se n’astenevano di domandarli per paura. Vennesi a questo inconveniente, non ad un tratto, ma per i mezzi, come sì cade in tutti gli altri inconvenienti: perchè avendo i Romani domata l’Affrica e l’Asia, e ridotta quasi tutta la Grecia alla sua ubbidienza, erano divenuti sicuri della libertà loro, nè pareva loro avere più nimici che dovessero far loro paura. Questa sicurtà e questa debolezza dei nimici fece che il Popolo romano nel dare il Consolato non riguardava più la virtù, ma la grazia, tirando a quel grado quelli che meglio sapevano intrattenere gli uomini, non quelli che sapevano meglio vincere i nimici: dipoi da quelli che ave-