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mi fosse almeno conceduto, che questo volume portasse in fronte il nome vostro.
Alta stima ed ammirazione non meno pei vostri talenti che per le vostre virtù, ed il nobile vanto di essere vostro concittadino m’ispirarono il pensiero d’indirizzarvi questa Opera, in cui trovansi i profondi pensamenti di uno dei più grandi uomini che vanti la moderna Italia: egli è questo il Segretario Fiorentino, i cui Discorsi sulla prima Deca di Tito Livio sono appunto raccolti in queste pagine, colle quali si compie il quinto anello della Classica Collana di Scrittori Italiani, che per me si pubblica in questa Insubre Metropoli, nella quale da un lustro ho trasportata una parte de’ miei torchj, e dove trovai incoraggiamento