Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Quale fu, o Signori, la condizione d’Italia, quale è in questo momento stesso? L’Italia dopo quella generale conflagrazione europea, che sullo scorcio dell’ultimo secolo cambiò le sorti d’Europa e v’infuse uno spirito novello, l’Italia corse i destini di un’altra nazione e aggiogata al medesimo carro precipitò nella medesima ruina. Allo sfasciarsi dell’Impero, sopra l’Italia si chiuse la pietra sepolcrale, e per lei non apparve più segno di vita. I progressi fatti sotto le dominazione francese, tornarono sospetti ai reduci regnatori; ne vollero distrutte perfino le vestigia.
Questa terra destinata dalla natura e dai cieli a belle e magnanime intraprese, dovette soffocare il proprio genio, dovette ripudiare la gloria e gli esempli del suo maraviglioso passato, dovette consumare il suicidio. Non vita pubblica, non vita intellettuale, nessun nobile o ardimentoso slancio concesso; che se talvolta qualche sdegnoso scoteva le catene, gli insanguinati patiboli annunziavano al mondo che l’ordine era ristabilito.
Questa era la nostra sorte, nessun comune intendimento avvicinava i gementi che aveano pur tutti uno stesso volere; e il poeta varcando le alpi e visitando i nostri monumenti e gli archi maestosi dei tempi che furono, pensando all’antica grandezza, attonito del presente silenzio, tra pietoso e beffardo di noi cantava: quella è la terra dei morti. E lo straniero oppressore che vigilava e temeva dicea a’ potenti: l’Italia è un’espressione geografica. Ma costoro guardavano alla superficie; l’idea viveva nelle viscere della patria italiana, lo spirito infiammava il cuore de’ suoi figli; e questa terra di morti, questa espressione geografica sorse in un giorno tremenda e l’Europa dovette rispettarla; e sui campi di Lombardia si seppe come pugnassero le braccia nostre, come tagliasse il ferro italiano.
Pure quello non era sforzo di nazione; era impeto di popoli disgregati; alla volontà comune mancava l’armonìa dei governi. Vedemmo principi, i quali apparentemente cominciarono a secondare l’impresa, stogliersi da essa ap-