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SALMO XXXVII.

1          Se nel mondo talor gli empi fiorire
     Tu vedi, sì ritien gli sdegni a freno,
     Per non lasciarti incauto ingelosire,
     Per lo fallace lor gioir terreno.
     Che ’n uno stante si vedran perire,
     Recisi in terra qual segato fieno:
     O come in piaggia tenera verzura,
     Languente e passa per l’estiva arsura.
2          In Dio t’affida ed al ben far attendi,
     Abita in terra e godi in vera pace,
     E nel Signor ogni tua gioia prendi,
     Ch’a’ tuo’ disii risponderà verace:
     Con viva fè ciò che consigli e ’mprendi,
     Commendagli e farà quanto ti piace,
     Ed il tuo giusto oprar produrrà fuore,
     Qual lampo o del merigge aureo splendore.
3          In lui t’acqueta e paziente aspetta:
     Nè t’accorar per l’empio venturoso,
     Nè per colui ch’a mal oprar alletta
     Di ben mondano il vento prosperoso;
     D’ogni rancura il cor ti scarca e netta,
     Sì che non pecchi contra Dio cruccioso:
     Che’ malvagi saran tronchi dal piede,
     Ma, ch’in Dio spera, fie del mondo erede.
4          Ad or ad or sarà l’empio sparito:
     E se ’l luogo, ove fu piantato, avvisi,
     Ogni vestigio ne sarà smarrito.
     Ma li pietosi in pace e ’n gloria assisi,
     Possederan del mondo il circuito,
     Godendo in festa ed in giocondi risi.
     Trama il malvagio al giusto tradimenti
     E contra lui, fellon, digrigna i denti.



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