A cupi abissi e mari
Son simiglianti i tuo’ giudizi conti.
Tu gli uomini e gli armenti
Guardi, curi e sostenti. 6 Quant’ogni stima e paragon il prezzo
Di tue grazie divine
Eccede senza fine?
Per ciò rifuggon appresso a te al rezzo
De le tue penne ed ali
I miseri mortali. 7 Del tuo Tempio berranno, a pien disio,
Le celesti dolcezze,
Diffuse in gran larghezze.
Tu loro fai sboccar un largo rio
Di tue delizie vaghe,
Ch’ogni lor sete appaghe. 8 Perche ’n te sol de la beata vita,
A’ tuo’ santi riposta,
È la fonte nascosta.
E, co’ raggi di tua luce infinita,
N’accendi le pupille
Di lucide faville. 9 A’ tuo’ devoti e conoscenti veri
Dispiega, senza posa,
La tua bontà pietosa.
Ed a le pure menti e cor sinceri
Fa gli effetti sentire
Del tuo leale dire. 10 Nè ’l piè m’assalti de’ nemici felli,
Nè di me crudi scempi
Faccia la man degli empi.
Già spinti traboccar i tuo’ ribelli:
E risurger, caduti,
Unque non son potuti.