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salmo xxxiv. 57

     Mai, per grossa armata schiera,
     Non ottien il Re salvezza:
     Ned in sorte acerba e fiera
     Scampa ’l prode la fortezza.
8          Il destrier, con sua gran possa,
     È fallace cosa e vana,
     Nel bisogno a dar riscossa
     A la frale gente umana.
     Ma ’l Signor i lumi gira
     Verso chi con viva speme,
     Sua bontà brama e sospira,
     E, devoto, il serve e teme.
9          L’alma loro sbigottita
     Ei ritoglie a morte ria:
     E gli ciba e serba in vita
     Ne la dura carestia.
     La nostra alma queta attende
     La mercè del gran Signore.
     Egli è quel che ne difende
     Saldo scudo e protettore.
10          Ed in esso festa chiara
     Il cor nostro giubilante
     Farà, mentre si ripara
     In fè sott’a l’ale sante.
     O Dio, fa ch’ombreggi e copra
     Tuo favor i servi tuoi:
     Come in ogni impresa ed opra
     Sempre in te sperammo noi.


SALMO XXXIV.

1          I’ vo’ tuttor il Signor benedire:
     N’unque de le sue lodi il canto ameno
     Verrammi in bocca meno.
     L’alma mia gloriarsi e ’n lui gioire