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salmo xxix. | 47 |
Il cui pensier tuttor perfidie cova.
E, per lusinghier uso,
A chi s’accosta a lor parlan d’amore,
Pien di veleno il core.
4 Dà loro il giusto merto
De l’opre de le lor malvage mani.
Però ch’a’ fatti del Signor sovrani,
Non hanno l’occhio aperto,
Gli spignerà la vendetta divina
In estrema ruina.
5 Diamo al Signor la lode
D’alma bontà, che le mie preci udio.
Esso è il valor, lo scampo e scudo mio,
In cui fidarsi gode
Omai il mio cor, disciolto in gaudi e canti
Per dargli onori e vanti.
6 Del suo santo legnaggio
Esso è la forza, esso è l’alto riparo,
E la salvezza de l’Unto suo caro.
Deh, salva il tuo retaggio:
Pasci ’l Signor, col tuo favor superno,
E l’alza in sempiterno.
SALMO XXIX.
1 O Prencipi e signori,
A Dio solenni onori
D’alta potenza date.
Cantate in degni modi,
Al suo gran Nome lodi,
E nel divin palazzo l’adorate.
2 Su per l’onde del mare
S’ode il Signor tonare,
Con voce spaventosa.
Per le nubi del cielo,