4 Pur or il capo mesto
Sollevo, trionfando,
Che rotte i’ veggio le nemiche imprese:
Ed al Signor, nel Tempio venerando,
Con ostie e canti a festeggiar m’appresto.
Da te, Signor, intese
Sien le mie voglie accese,
E ’l mio pregar devoto.
Ne’ mie’ dolenti gridi
De’ tuo’ favori fidi
Non rimandarmi a voto. 5 Mi sento in mezzo al petto
Chiaro sonar le tempre
Di questi tuoi ben consiglianti accenti:
Ciechi mortali, ricercate sempre
Di me, Dio vero, l’avvivante aspetto.
A te gli spirti intenti
Tengo a tutti i momenti,
Ma, non voler, o Dio,
De’ mie’ peccati schivo,
Celarmi il raggio divo
Del tuo riguardo pio. 6 Non far che giusto sdegno
Da te mi tenga escluso:
Che di tua maestà son servo umile.
Già pur di sovvenirmi avesti in uso:
Del tuo favor, o Dio, mio sol sostegno,
Non variar lo stile,
Nè mi tener a vile.
Che la fè m’assicura,
Ch’obliato dal padre,
Negletto da la madre,
Sarò pur in tua cura. 7 Quel buon sentier m’insegna,
Ch’a te gli erranti guida:
E, fra tanti nemici, risse e agguati
Siimi schermo sicur e scorta fida.