12 A’ mie’ fratei farò tue glorie conte,
In mezzo a’ cori santi.
Tementi suoi, ciascun di voi racconte
I suo’ famosi vanti.
Del buon Iacob, o tu pietoso seme,
Dàgli ognor, con timor, lodi supreme. 13 Perchè agli strazi del meschin non fue
Unque sdegnoso e schivo.
Udì ’l gridante, n’a le preci sue
Nascose il volto divo.
Tu di lodi mi dai larghi argomenti,
In mezzo a schiere d’adunate genti. 14 E ’n presenza de’ tuoi fidi devoti,
Con ostie e canti lieti,
Imprendo sciorre i conceputi voti.
De’ tuo’ pii mansueti.
Allor a pien farai le brame paghe,
Di cari beni e di delizie vaghe. 15 Que’ che cercan il tuo divin aspetto
Ti loderan, Signore:
E vivo avran, in gioia ed in diletto,
In sempiterno il core.
Ciò rimembrando fin a’ stremi liti
Del mondo, a te si volgeran pentiti. 16 Tutte le genti a te verran prostrate:
Perch’a te s’appartiene
Di regnar sopra lor la podestate.
Di beni aperte vene
Godendo i grassi, e’ miseri morenti,
Adoreranno chini e riverenti. 17 La lor progenie fra ’l tuo popol conta,
Ti servirà, devota.
A far accorrerà, di voglia pronta,
La tua giustizia nota. Fonte/commento: ed. 1664 (indentatura errata)Ed i suo’ figli, ch’indi nasceranno,
Di te gli eccelsi fatti vanteranno.