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salmo xii. 19

     Del cor, sfrenan la bocca a sfogar fuore.
     E restar al di sopra,
     Dicon sarà pur opra
     De le labbra appo noi che ciascun tiene;
     Non v’è chi ci raffrene.
3          Ma, per lo strazio dispietato e ’l guasto
     De’ poveri languenti,
     E’ lor gridi stridenti,
     Dirà il Signor, schifo di tanto fasto,
     Or mi levo a salvar d’ogni contrasto
     Color, contra cui audace,
     La caterva fallace
     Spira fiati maligni e lacci tende,
     E di sparlar imprende.
4          Son le parole pur de la divina
     Bocca purgate e nette
     Qual argento, che sette
     Volte cuoce il crogiuol, scevra e raffina.
     In perpetuo a salvar color t’inchina,
     Signor, dal popol rio.
     Che gli empi, a lor disio,
     Sciolti scorron, qualor seggon sublimi
     Gli uomini infami ed imi.


SALMO XIII.

1          O pietoso Signor, infin a quando
     D’ogni memoria in bando
     Mi tieni sì, che ’n duol il cor si stempre?
     Oimè, sarò da te negletto sempre?
     Qual termine ad aver le luci ascose
     Dal mio soffrir, tua provedenza pose?
2          Di pensier in pensier infin a quando
     Andrà l’alma vagando?
     L’angoscioso diserto e mesto core