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salmo xi. 17

     Che le contrade sante,
     Diventar per l’innante
     Non lascerà d’empi tiranni tana,
     Già che ne sterminò gente pagana.
12          I santi umili prieghi
     De’ pii, o Signor, odi:
     Lor cor conforti, e lo dirizzi e pieghi,
     Che ’n pure brame snodi
     La lingua, e a’ gridi attendi:
     A l’orfanello rendi,
     E al povero ragion: che l’uom di terra,
     Rincorato non segua a dar lor guerra.


SALMO XI.

1          De l’alta viva speme,
     Che mi rinfranca l’alma,
     Nel gran Signor lo stelo è fisso e fermo.
     In lui, s’afflitta geme,
     Poso la grave salma.
     Come, per pronto in vista e fido schermo,
     Mi dite, Ratto a l’ermo
     Poggio sia il vostro scampo:
     Qual uccel vola snello?
     Che gli empi l’arco fello
     Teso, e le quadrella accoccate in campo
     Han, per ferir il puro
     Diritto cor, in luogo occulto e scuro.
2          Se, smossi i fondamenti
     D’ogni ragion, lo stato
     Inchinato, minaccia alta ruina:
     Son pur di colpa esenti
     I pii, cui il danno è dato.
     S’ogni sostegno lor manca e dichina,
     Resta, ch’a la divina



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