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salmo cxlix. 279

     Di tamburo e di cetra a l’armonia,
     Giungano salmi e canti.
4          Perchè ’l Signor ha la sua gente cara,
     E di salvezza adorna i mansueti.
     I pii faran ne’ lor ricetti queti
     Trionfo e festa chiara.
5          De le glorie di Dio trombe canore
     Avran in bocca, e ne le man coltelli
     A due tagli da far de’ lor rubelli
     Vendetta del furore.
6          Per dietro a lui di grevi ferri cinti,
     I loro strascinar potenti regi:
     E i prenzi, alteri di pomposi fregi,
     Tener in ceppi avinti.
7          Per eseguir la capital sentenza,
     Che già ne’ libri fu dettata e scritta.
     I santi quindi avran di possa invitta,
     Gloria e magnificenza.


SALMO CL.

1          Ne le sacrate celle,
     L’onor del sommo Dio,
     Di cor di voto e pio,
     Or fate risonar fin a le stelle.
2          Dategli i pregi e vanti,
     Di sue chiare prodezze.
     Di sue conte grandezze
     Intonate tuttor soavi canti.
3          Di trombe al suon canoro,
     Bandite le sue lodi:
     E, con arguti modi,
     Faccian cetre e salteri un vago core.
4          I timpani e le pive,
     Gli organi e gli arpicordi,