Col propio nome a’ suo’ servigi appella.
Grande è la sua potenza,
Ed infinita l’alma provedenza. 3 Esso i pii mansueti,
Per la man sollevati, erge da terra.
Ma degli empi lo stuol calca ed atterra.
Or salmeggiate lieti
Di laudi al nostro Dio canti discreti,
Che ’l ciel di nubi involve
E ’l nembo aduna, da stemprar la polve,
Onde i monti satolli,
D’erbe si veston verdeggianti e molli. 4 Ei di larga pastura,
Gregge silvestri bisognose, erranti
Provede; e’ corbicini crocitanti
Negletti, senza cura,
Da la fella paterna aspra natura.
Il Signor del destriero
Sdegna la possa, e d’uom il piè leggiero.
Ma gradisce ch’il teme,
E ne la grazia sua ripon la speme. 5 O Salem graziosa,
Fa del Signor le gran virtuti conte:
Del tuo Dio innalza, o Sion, sacro monte,
La fama gloriosa.
Perch’ei ti fa cittade poderosa,
Con isbarrar tue porte,
E de’ tuo’ figli in te bear la sorte.
Ei pace a tue contrade,
E gran dovizia a te dona di biade. 6 Qualor avvien ch’ei mande
Ne la terra la sua diva parola,
Quella per tutto trascorrendo vola.
E ratto in copia grande
Neve a falde lanose, in giuso spande:
E qual cenere trita,