Salvami da l’infido
Nemico stuol, che mi persegue e preme,
Ch’a guisa di leon, ch’al rapir freme,
Me non isquarci, e non m’involi ratto,
Nè per tempo mi venga alcun riscatto. 2 Se mai, Signor Dio mio,
Ciò, ch’a torto m’appon, a far attesi;
Se del misfatto rio
Unque macchiar, fellon, la destra impresi;
Se mai l’amico a tradimento offesi;
(Io, ch’a salvar la man sempre ebbi presta,
Qualunque me senza cagion infesta:) 3 Persegua, no ’l disdico,
Anzi me ansante, acceso d’ira, colga,
Implacabil nemico.
Senza mercè per terra mi convolga,
Calpesti e triti, e l’alma vita tolga.
L’eccelsa gloria mia consento atterri,
E ’n chiostro vil di sozza polve serri. 4 Muovati ira gelosa
Ad acquistar su ’l nemico furore
Vittoria gloriosa.
Fatti or, a mio favor, desto, Signore:
Che dritto è ben, che giusto difensore
De la ragion sii tu, che la drittura
Servar comandi inviolata e pura. 5 De le genti lo stuolo
Aduna, e fattel comparir attorno.
Poi, dal terreno suolo,
Rimonta in solio, d’alta gloria adorno.
A’ popoli ragion intorno intorno
Facendo tu, la causa mia difendi,
E di mia integritade al par mi rendi. 6 Gli empi pensier disperdi:
E sì de’ giusti il fral stelo sostieni,
Ch’ognor s’erga e rinverdi.