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248 i salmi di david

     A qualche iniquità concetta,
     Incauta man talor non metta.
4          Spandi, Signor, larghi favori
     A’ dritti cori.
     E caccia que’ di cui le vie
     Son torte e rie
     Lungi da te: e tua man paterna
     Bêi Israel di pace eterna.


SALMO CXXVI.

1          Quando ’l Signor al libero ritorno
     D’esilio al popol suo la strada aperse,
     E le reliquie di Sion disperse
     Ridusse al lor natio caro soggiorno.
2          I cor rapiti lusingar parea
     Vana di sogni fuggitivi imago:
     E ’n riso sciolto ognun festivo e vago,
     A pena la cagion vera credea.
3          S’udian le genti bisbigliar stupite,
     Con quanto illustre oprar or il Signore
     Salva costor? Che ’n ver, per tuo favore,
     Gioie gustammo mai non più sentite.
4          O sommo Dio, non rimanerti a questo:
     Ma come quando con correnti rivi,
     Spiagge riarse tu rammolli e avvivi,
     Di nostra redenzion fornisci il resto.
5          I poverelli che ’n amari pianti,
     A l’aspra fame che gli strigne e preme,
     Involan, seminando, il caro seme,
     Largo frutto corràn con festa e canti.
6          Con gli occhi andranno lagrimosi e molli,
     Sopra i solchi a gittar scarsa semente:
     Ma grevi in casa, a la stagion seguente,
     Fastelli porteran lieti e satolli.