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240 | i salmi di david |
L’occhio a mirar ed aspettar si scema.
Usa ver me la tua bontà suprema,
Ch’al servo tuo la santa Legge inspire.
63 Umil, o Signor mio, tuo servo sono,
Dammi intelletto, che ’l tuo dir comprenda.
Omai tempo è che Dio d’oprar imprenda,
Che di sua Legge han sovvertito il trono.
64 Per ciò i’ la tengo in vie più caro prezzo,
Che nel crogiuol oro affinato a prova:
E’ in tutto ad assentir a lei mi giova,
E ’l mendace sentier odio e disprezzo.
Phe.
65 Alto è il tuo ver, Signor, a meraviglia,
E per ciò l’alma ad obbedir s’arrende.
Lo spiegato tuo dir chiaro risplende,
E saggiamente i semplici consiglia.
66 A bocca aperta spasimo e trafelo,
De le tue leggi per l’ardente brama.
Come uso sei verso chiunque t’ama,
In grazia tua riguarda a me dal cielo.
67 Fermo il mio piè nel tuo parlar invia,
Non darmi del peccato al crudo impero,
Nè lasciar che m’oppressi l’uomo altero,
Allor t’obbedirò con mente pia.
68 Fa che ’l tuo volto sopra me lampeggi,
Dammi de’ tuo’ precetti un vivo lume.
Gli occhi mi piovon un amaro fiume,
Perchè veggio annullar tue sacre leggi.
Sade.
69 Giusto tu sei, Signor, in infinito,
N’unque nel giudicar dal dritto pieghi.
Ad obbedirti ognun stretto tu leghi,
Servando ’l giusto e ’l ver da te bandito.