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salmo cxix. | 233 |
8 De’ tuo’ precetti volentier ragiono,
Al tuo dritto sentier riguardo intento:
Sommo piacer de’ tuo’ statuti sento,
N’unque oblio del tuo dir il dolce suono.
Ghimel.
9 De la vita, Signor, fammi mercede,
E serverò quanto ’l tuo dir rivela:
Ma, tua Legge a mirar, gli occhi mi svela,
Ardua sì, ch’ogni ammirar eccede.
10 Però, ch’io sono forestier nel mondo,
De’ detti tuoi la guida non sottrarmi.
Lo spasimato cor sento mancarmi,
Mentre ’l disio ne le tue leggi affondo.
11 Degli empi sgridi l’esecrando orgoglio,
Con che tentan di te scoter l’impero:
Ma sgrava me di beffa e vitupero,
Che ’l tuo verace dir servar i’ voglio.
12 Consiglian contra me tiranni infidi,
Ma ’l servo tuo tutto ’l pensier affisa
Ne le tue leggi, che gli sono in guisa
D’almi sollazzi e consiglieri fidi.
Daleth.
13 La mia persona, ohimè, prostrata giace:
In me la vita pel tuo dir ridesta.
Sempre esaudisti l’umil mia richiesta:
Di tue leggi, Signor, fammi capace.
14 De’ tuo’ precetti scorgimi al cammino,
Ed io farò tue meraviglie conte.
L’alma mia stilla un lagrimoso fonte:
Ergimi, o Dio, pel tuo parlar divino.
15 Da fallace sentier tiemmi discosto,
E di tua legge fammi il caro dono.
Di veritade ho scelto il cammin buono,
E per segno i tuo’ detti hommi proposto.