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SALMO CXVIII.
1 Al Signor date lodi,
Ch’egli è clemente e buono,
Ed eterna è la sua benignitade.
Or bandisca Israel, in chiaro suono,
E la casa d’Aron, in sacri modi,
Che sua gran caritade
Dura per ogni etade.
Dica ogni suo temente,
Che sua pietà dimora eternamente.
2 Di grevi affanni oppresso,
A Dio diedi alte grida.
Mi rispose e francò d’ogni contesa,
E compagnia tuttor mi tiene fida.
Onde non fie giammai mio cor perplesso
D’umana infesta impresa.
Perch’esso è mia difesa,
Su l’estil capo altero
Tosto veder giusta vendetta spero.
3 Meglio è ripor la spene
Del Signor ne l’aìta,
Che ne l’uom affisar fidanza vana.
Meglio è d’aver la fede stabilita
Nel sol Signor, in tutte angosce e pene,
Che ’n potenza mondana
Di signoria umana.
Perchè di re mortale
È la destra a salvar incerta e frale.
4 Per darmi un fiero assalto,
Gran genti m’accerchiaro:
Nel Nome del Signor, da me conquise,
In vergognosa fuga si voltaro
Tutte aringate a me venner di salto: