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salmo cix. 217

     Ed have perseguito
     Il povero smarrito.
     E l’afflitto di cor, a Dio gemente,
     Pensò di far morire crudelmente.
8          Poi che tanto gli piacque il maledire,
     Fa sopra lui maledizion venire.
     Sie ’l benedir lontano,
     Ch’usar non seppe insano.
     Maledizion lo colga,
     E qual manto l’involga.
     E come acqua gli coli a l’imo ventre,
     Anzi come olio fin ne l’ossa gli entre.
9          Quella gli sie di vestimento in guisa,
     E mai da lui non sie tolta e divisa:
     Come di stretto cinto,
     Siene tuttor avvinto.
     Agli avversari miei,
     De’ loro strazi rei,
     E del mal c’hanno contra me proferto,
     Il Signor renderà quel giusto merto.
10          Ma tu fammi, Signor, l’opre sentire
     Di tua mercè, per far chiaro apparire
     De la tua gloria il lampo.
     Dammi opportuno scampo:
     Che’ tuo’ favori santi
     Han di bontade i vanti.
     Perch’in ver son bisognoso e afflitto,
     E d’agre doglie porto il cor trafitto.
11          Come dichina l’ombra su la sera,
     Così la vita mia fugge leggiera:
     Qual locusta vagante,
     Muovo tuttor le piante.
     Pe’ gran digiuni fiacche
     Ho le ginocchia e stracche.
     La carne mia, del dolce succhio asciutta,
     Miseramente è dimagrata e strutta.