Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
salmo ii. | 3 |
E dirà lor: O schiatta di tiranni,
Perch’erger contra ’l ciel corno feroce;
Pur ho sagrata del mio Re la fronte
Sopra Sion, mio santo eletto monte.
4 Da me, dirà quel Re, sarà spiegato
Palesemente quel sovran consiglio.
Dissemi Dio: Oggi t’ho generato,
Tu se’ l’eterno mio diletto Figlio.
Vengan davanti al mio volto beato
Le preci tue, e con paterno ciglio
T’esaudirò: del mondo le contrade
Ti darò tutte in propria ereditade.
5 Di ferro scoterai verga reale,
Onde fiaccati fien popoli felli:
Non altrimenti, che di terra frale
Son triti di leggier testi e vaselli.
Regi, lasciate omai l’error mortale,
Nè più contra ’l Signor siate ribelli:
E, ravveduti, a lui solo servite,
E, con casto timor, in lui gioite.
6 E, riverenti, date al Figlio i baci
Di fè leal, e d’umil servitute:
Che talor di furor le dire faci
Non vibri: nè da l’alma sua salute
Bando vi die, e’ sentier vostri fallaci
Trascorrer faccia in eterne cadute.
O quanto dir si può quell’uom beato
C’have per fede in esso il cor fondato!
SALMO III.
1 Quant’è grosso lo stuol, Signor superno,
Ch’ora m’assale e preme?
Ohimè, ch’a molti son in beffa e scherno,
Per queste angosce estreme,