E di lor mani adorar la scultura.
La lor diva onoranza
D’un bue mutato in bruta somiglianza. 8 Così quel popol traviato pose
In un profondo e scellerato oblio
Suo salvador e Dio:
Che ’n Egitto e nel Mar rosso fe’ cose
Tremende e glorïose:
Ond’ei proruppe in quel severo detto
D’abissargli, se non che Mosè eletto,
Fattosi in me’, la strage,
De l’acceso furor smorzò le brage. 9 Ebber a schivo ancor il bel paese,
N’unque voller fidarsi od obbedire
A l’almo divin dire:
E mormoraro in lor trabacche tese:
Ond’esso il cruccio accese,
E col braccio giurò disteso ed erto,
Di volergli atterrar in quel diserto:
E far perir lor seme,
Sparso del mondo a le provincie estreme. 10 Poscia si copular con l’esecrando
Baalpeor, ed a mangiar consorti
L’offerte fur de’ morti.
E dispettaro il Signor venerando.
Che ’l folgorante brando
Fra lor vibrò: ma di Finès il zelo
Fè giudizio e quetò l’ira del cielo.
Per giusto fu lodato
L’atto, e ’n perpetuo esso guiderdonato. 11 Da capo provocar di Dio lo sdegno,
A quella di contesa acquosa vena:
Onde ne portò pena
Mosè, che d’ira inamarito e pregno,
Nel parlar passò ’l segno.
Da lor non furo l’empie genti uccise