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2 | i salmi di david |
4 E così d’esso avran l’opre, e l’imprese,
Di venturoso fin bella corona.
Agli empi queste sien grazie contese,
Con che ’l Signor i giusti guiderdona.
Anzi fuscel, che ’l vento caccia e volve,
Rassembreran, e lieve pula, e polve.
5 E per ciò non avran d’alzar la fronte,
Nel giudizio final, cor, nè baldanza:
Nè d’apparir, di colpe carchi e d’onte,
Fra la beata giusta raunanza.
Che de’ buoni il Signor la via gradisce:
Ma degli empi l’oprar con lor perisce.
SALMO II.
1 Qual accecato error punge le genti
Ad eccitar tanti tumulti insani?
I popoli perchè bollon frementi,
A l’ansio partorir di pensier vani?
Insieme s’adunar prenci frequenti,
Da’ regni accolti prossimi e lontani;
Per congiurar, nel lor convento unito,
Contr’al Signor, e l’Unto suo gradito.
2 Dicendo, in note scellerate e fiere:
Di spezzar i lor lacci, e ’l giogo sciorre,
Or ci proviam; ch’a l’alto lor potere
Già non vogliam il collo sottoporre.
Ma quel, ch’assiso in su l’eteree spere
La terra affrena, a’ lor furori opporre
Beffe solo verrà, e amari scherni,
Messi funesti degli sdegni interni.
3 Quindi tonando da’ celesti scanni,
Ne l’ira acceso, e con tremenda voce,
Occuperà d’orror, e grevi affanni,
Que’ regi, che tentar l’impresa atroce.