Inverso i figli i padri intenerisce,
E ’l cruccio raddolcisce.
Perch’ei ben save il nostro esser umano,
Ch’altro non è che polve o vil pantano. 8 In piaggia verde erbetta
Sembra degli anni nostri il bel vigore:
Ed è qual vago fiore,
Che schiuso a’ campi al sol gli occhi diletta:
Ma, se cocente auretta
Talor lo fiere con l’occulto foco,
Più non è, nè ’l conosce il proprio loco. 9 Ma in eterno è costante
Del Signor la pietade a’ suoi devoti:
E su’ figli e nepoti
Spande, leal, le sue bontadi sante.
Pur che, perseverante,
D’essi ciascun suo santo patto osservi:
E la sua Legge si rammenti e servi. 10 Nel cielo luminoso
Fermò il Signor il solio di sua reggia,
E quindi signoreggia
Sopra ogni cosa in regno glorioso.
O stuolo poderoso,
Angeli santi, il Signor benedite,
O voi ch’a cenno fidi gli obbedite. 11 O armate sue schiere,
Ad eseguir di lui gl’imperi pronte,
Fate sue lodi conte.
Opre sue tutte in famose maniere,
Dategli glorie altere,
Del suo dominio fin a’ stremi lidi.
Alma, dàgli ancor tu di vanti i gridi.