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salmo ciii. 197

     E ’n piena sanitade,
     Da piaghe acerbe ti ristora e doglie.
     A la tomba ei ritoglie
     La moribonda tua stanca persona,
     E di pietà ti cinge e ti corona.
3          Al bramoso desire
     Di tua bocca di cibo almo provede,
     Per sua larga mercede.
     Qual aquila ti fa ringiovenire,
     E lieto rifiorire.
     Egli mantien la negletta ragione
     Di chi patisce ingiusta oppressione.
4          A Mosè fe’ palese,
     Qual ei segnò dal ciel fido sentiero:
     E l’alto magistero
     Ad Israel mostrò d’opre e d’imprese:
     Ond’a servirlo apprese.
     Grazioso è il Signor, dolce e clemente,
     Di gran benignitade e d’ire lente.
5          Ei sempre non contende
     Contr’al reo peccator, nè l’ira acerba
     Implacabil riserba.
     N’a la gravezza de’ misfatti attende
     Nè merto o pena rende,
     Per giusta lance in agguagliati gradi,
     A tante nostre sozze iniquitadi.
6          Perchè, quant’alto sale
     Il ciel disopra a la terrena mole,
     Ver chi temer le vuole,
     L’eccelsa sua pietà dispiega l’ale.
     In lontananza uguale,
     Ch’è ’l Sol levante a l’Occidente opposto,
     Nostre colpe da sè caccia discosto.
7          A l’uom che ’l riverisce,
     Il Signor è di caritade pio;
     Come l’amor natìo