E ’n piena sanitade,
Da piaghe acerbe ti ristora e doglie.
A la tomba ei ritoglie
La moribonda tua stanca persona,
E di pietà ti cinge e ti corona. 3 Al bramoso desire
Di tua bocca di cibo almo provede,
Per sua larga mercede.
Qual aquila ti fa ringiovenire,
E lieto rifiorire.
Egli mantien la negletta ragione
Di chi patisce ingiusta oppressione. 4 A Mosè fe’ palese,
Qual ei segnò dal ciel fido sentiero:
E l’alto magistero
Ad Israel mostrò d’opre e d’imprese:
Ond’a servirlo apprese.
Grazioso è il Signor, dolce e clemente,
Di gran benignitade e d’ire lente. 5 Ei sempre non contende
Contr’al reo peccator, nè l’ira acerba
Implacabil riserba.
N’a la gravezza de’ misfatti attende
Nè merto o pena rende,
Per giusta lance in agguagliati gradi,
A tante nostre sozze iniquitadi. 6 Perchè, quant’alto sale
Il ciel disopra a la terrena mole,
Ver chi temer le vuole,
L’eccelsa sua pietà dispiega l’ale.
In lontananza uguale,
Ch’è ’l Sol levante a l’Occidente opposto,
Nostre colpe da sè caccia discosto. 7 A l’uom che ’l riverisce,
Il Signor è di caritade pio;
Come l’amor natìo