Le genti in schiera folta
A te, Signor, verranno,
E ti riveriranno.
Anche del mondo tutti i prenzi e regi,
A te daran d’eterna gloria i pregi. 8 Quando ’l Signor la mano
Avrà messa a rifar Sion diserta,
E del regno sovrano
Al mondo svelerà la gloria aperta
Qualor fie, che converta
Gli occhi a la prece ardente
De l’afflitta sua gente.
E racquetato più non abbia a schivo
Il suo pregar di zelo acceso e vivo. 9 A la gente futura
Ciò fie scritto per fida ricordanza:
Onde l’età ventura
Ti renderà di laudi l’onoranza.
Che da la santa stanza
Del cielo tuo sublime,
Le parti basse ed ime
Mirar ti piacque, con i lumi desti,
E de’ fedeli tuoi cura prendesti. 10 Perch’ad udir ti pieghi
De’ carcerati i gridi dolorosi:
E que’ liberi e sleghi,
Che dura morte aspettan angosciosi:
Onde cantin gioiosi
In Sion le tue lodi:
Ed in festivi modi
Sienti in Salem sacrati i pregi degni,
Quando a servir verranti e gente e regni. 11 Ei m’atterrò tra via,
E le forze fiaccò, sì che repente
Scorciò la vita mia.
Onde porsi al mio Dio prece dolente,