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salmo xci. 179

     N’aura di morbo pestilente infetta,
     Ch’al vespro di pallore
     Dipinta scorra, o diserti al merigge,
     Di tema il cor t’affligge.
6          E con tranquillo volto
     Mille vedrai caderne al destro fianco,
     E di migliaia le decine al stanco,
     E ’l mal da te rivolto:
     E qual agli empi infin dira mercede
     Non aspettata riede.
7          Di tal franca baldanza
     La fè t’avviva il generoso petto,
     Ch’appo l’Eccelso prendi erto ricetto,
     E riposata stanza:
     Nè t’assal improviso scempio fello,
     Non piaga il queto ostello.
8          Che ’n provida balìa
     Egli ti diede a’ suoi Angeli santi,
     Da farti scorta ovunque l’orme pianti:
     E perchè ne la via
     Sasso d’intoppo non t’ingombri il piano,
     Ti leveranno in mano.
9          Sopra l’ispide terga
     De’ leon premerai pianta sicura:
     Su’ draghi ed aspi, nè ti punga cura
     Ch’alcun contra te s’erga:
     E schernirai la scannatrice foce
     Di leoncel feroce.
10          Perchè, dice il Signore,
     Egli m’adora con pietoso affetto:
     Porrollo in salvo ed in sublime tetto,
     D’ogni distretta fuore:
     Che la virtù del mio gran Nome save,
     E ’n riverenza l’have.
11          Qualor con prece ardente
     Fatte m’avrà del cor le doglie conte,