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174 i salmi di david

     I figli suoi, nè d’osservarlo han cura,
     Darò lor su le terga,
     Pe’ lor misfatti, con paterna verga
     Severa battitura.
15          Non fie ch’unque però il mio buon volere
     Del tutto a lui ritolga:
     Nè ch’incostante menta
     Contra le sante mie promesse vere:
     Nè che ’l mio patto sciolga,
     O che disdir consenta
     Gli effetti, quanto da mie labbra uscìo.
     A David i’ giurai
     Per la mia Santità, nè sarò mai
     Ad attener restìo.
16          I’ dissi d’eternar di lui la prole,
     E fondar la sua seggia,
     Nel mio divin cospetto,
     Per età senza fin al par col sole.
     E qual nel ciel lampeggia
     La luna, in lume schietto,
     Far che sie sempre salda e stabilita:
     Di che sul fermamento
     È il fido testimon e l’argomento
     Che questo ver n’addita.
17          E pur tu l’hai, Signor, avuto a sdegno:
     E di cruccio infocato
     Desti lontano bando
     A l’Unto tuo, che già sagrasti al regno:
     L’accordo patteggiato
     Col tuo servo annullando.
     Tu gli hai convolto il puro diadema
     Per entro ’l fango immondo:
     E le sue rocche e mura, a tondo a tondo,
     Messe in ruina estrema.
18          D’esso i passanti fer prede e rapine:
     E per giunta dogliosa