Il grave cruccio tuo sopra la testa.
De’ tuo’ flutti sonanti ad ora ad ora
M’abbatte la tempesta.
D’ogni grazia ed amor d’amici fuora
Sì mi ponesti, ch’hammi a sdegno e schivo:
I’ son distretto e d’ogni uscita privo. 5 Gli occhi d’un fosco velo
La funesta del cor doglia m’ingombra.
A te grido ognidì d’acceso zelo:
E de le mani l’ombra
Scarna, Signor, spando tuttor al cielo.
Vuoi tu far meraviglie inverso i morti?
Forse ti loderan essi risorti? 6 Di tua benignitade
Potransi i vanti dir ne l’imo inferno?
O bandirassi la tua veritade
Ne lo sterminio eterno?
Ed in quelle d’oblio scure contrade
Intoncransi ognor canzoni nuove,
Di tua giustizia per l’eccelse prove? 7 Or pur a te, Signore,
De l’angoscioso cor i’ gitto i gridi:
E tuttodì ti spiego al primo albore
I mie’ concetti fidi.
Ohimè, perchè lontan dal tuo favore
L’adirato rigor l’alma mia scaccia,
E mi nascondi la beata faccia? 8 Afflitto e bisognoso
I’ son, e pel ruggir mi vengo manco.
De’ tuo’ spaventi il fascio faticoso,
Tutto spossato e stanco,
Porto, e ne son smarrito e ansioso.
I tuo’ furori mi passaro addosso,
I tuo’ terror m’hanno atterrato e scosso. 9 Di rapidi torrenti
In guisa m’hanno circondato attorno,