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salmo lxxxiv. | 163 |
Scudo nostro e difesa
Volgi a l’Unto tuo Re la faccia accesa.
9 Perchè appo te le sante alme un dì solo,
Più fa liete e tranquille
Che nel profano suolo,
Non fanno giorni mille:
E di star a tua soglia,
Più che d’empi in palazzi il cor m’invoglia.
10 Tu schermo, tu ripar, tu sole vivo,
Farai, con gloria e grazia,
All’uom di frode schivo
D’ogni ben l’alma sazia.
Signor di stuoli armati,
Que’ che sperano in te son pur beati!
SALMO LXXXV.
1 A la tua terra cara
Grazia e mercede già, Signor, facesti.
Ed a Iacob, disciolto
Da servitude amara,
Il don di libertade alma rendesti.
E lui purgato e assolto
Di colpe e iniquitadi, ond’era involto,
Tu spegnesti, placato, i fieri incendi,
Che contra i peccator severo accendi.
2 O nostro Redentore,
Nuovo ristoro ancor danne al presente,
E ’nverso noi racqueta
L’infocato furore.
Contra noi vuoi sfogarlo eternamente?
Nè l’umil mansueta
Tua gente far in te contenta e lieta:
Rinovellando in lei lo spirto e vita,
Per gli affanni mortal scema e smarrita?