Te la carne smarrita,
Te chiama il lasso cor fonte di vita. 3 Presso agli altari tuoi ricetto fido
Passer solingo trova:
E rondinella nido,
U’ figli posa e cova.
O Dio mio, o Rege eterno,
De l’Angelico stuol Duce superno. 4 Ben a ragion puossi vantar felice,
Cui nel sagrato tetto
Di far dimora lice,
Ch’a me, lasso, è disdetto:
E di tue grazie nuove
Con giubilo a laudarti ognor si muove. 5 Ma pur beato è chi da te lontano,
Per fede s’avvalora
In tua potente mano,
Per adorarti ancora
In solenne stagione,
Ed ha le strade al cor di tua Magione. 6 Tal del popol zelante il bel drappello
A frequentar le feste,
Varca, voglioso e snello,
Valli orride e foreste
Di gelsi, ove l’arsura
Con onda schietta temperar procura. 7 Or del terreno umor apre le vene,
Or pioggia in pozzi accoglie:
E fra sudori e pene
Fresco vigor ricoglie:
Nè la franchezza allenta,
Fin che ’n Sion a te non si presenta. 8 O sommo Dio de le celesti squadre,
Al mio gridar attendi:
Di Iacob almo padre,
L’orecchio inchina e ’ntendi.